CUORE A RISCHIO CON I GRASSI TRANS

Articolo29 Header 1
Articolo29 HeaderMobile 1
Danacol » Lifestyle » CUORE A RISCHIO CON I GRASSI TRANS

CUORE A RISCHIO CON I GRASSI TRANS

Quando si tratta di acidi grassi gli esperti si trovano d’accordo su un punto: meglio evitare il più possibile quelli trans1. In caso contrario a rimetterci potrebbe essere il cuore. Gli studi condotti sul tema sembrano infatti portare ad un’unica conclusione: i grassi trans sono associati a un maggior rischio di coronaropatie e di decesso2.

 

COSA SONO GLI ACIDI GRASSI TRANS

I grassi trans possono essere naturalmente presenti negli alimenti; è questo il caso dell’acido vaccenico e dell’acido linoleico coniugato prodotti dai ruminanti. Tuttavia la maggior parte dei grassi trans che possono essere introdotti con l’alimentazione si forma durante l’idrogenazione, processo industriale utilizzato per solidificare gli oli vegetali e ottenere, ad esempio, alcune margarine [3,4]. Si tratta di grassi dotati di una particolare conformazione, detta appunto “trans”, particolarmente pericolosa per la salute perché associata a proprietà simili a quelle dei grassi saturi, con l’aggravante di promuovere non solo l’aumento del colesterolo cattivo, ma anche la riduzione di quello buono [3,4,5].

LE PROVE DELLA PERICOLOSITÀ

A suggerire la pericolosità del consumo di grassi trans sono numerosi studi scientifici condotti sul tema. In una recente analisi pubblicata sul British Medical Journal un gruppo di ricercatori guidato dagli esperti della McMaster University di Hamilton, in Canada, ne hanno analizzati 50, giungendo alla conclusione che l’assunzione di grassi trans di origine industriale è associata a un aumento del 34% del rischio di morire per qualsiasi causa. Scendendo più nei dettagli delle possibili cause di decesso, gli autori dell’analisi hanno calcolato che il consumo di questi grassi è associato a un aumento del 21% del rischio di coronaropatie e a un aumento del 28% del rischio di morire a causa di queste patologie cardiovascolari [2].

L’APPELLO ALLA PRUDENZA

Alla luce di questi dati gli autori dell’analisi invitano alla prudenza nel consumo di grassi trans. Sostituirli con alternative più salutari potrebbe infatti aiutare a migliorare la qualità dell’alimentazione. Ma come fare? L’Istituto Nazionale di Ricerca per l’Alimentazione e la Nutrizione ricorda che queste molecole possono essere presenti in tutti i cibi (ad esempio i prodotti da forno) che hanno fra i loro ingredienti dei grassi idrogenati, che per legge devono essere dichiarati in etichetta. Attenzione, quindi, a quest’ultima: saperla leggere può aiutare a proteggere la salute.

LE PRINCIPALI FONTI ALIMENTARI

Gli alimenti più ricchi di fitosteroli sono, nell’ordine, gli oli vegetali, la frutta a guscio e cereali e loro derivati. Fra le verdure le migliori fonti di fitosteroli sono i broccoli, i cavolini di Bruxelles e i cavolfiori. Inoltre anche le olive (sia verdi che nere) ne contengono buone dosi [2]. La quantità di fitosteroli assorbita nell’intestino è però molto bassa. Nel caso dei fitosteroli propriamente detti si aggira tra il 2 e il 5% e, nel caso dei fitostanoli, è ancora più ridotto [7]. Un modo per aumentarne l’assorbimento è affidarsi agli alimenti addizionati di fitosteroli. Gli studi effettuati per verificare la loro efficacia e la loro sicurezza confermano i benefici derivanti dal loro consumo [2]. Tuttavia, non tutti ne traggono gli stessi benefici; per questo seguire le indicazioni del proprio medico resta fondamentale per sapere se questi alimenti siano adatti al proprio caso.

1. Società Italiana di Nutrizione Umana. “Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana – IV Revisione”. 2. de Souza RJ, Mente A, Maroleanu A, Cozma AI, Ha V, Kishibe T, Uleryk E, Budylowski P, Schünemann H, Beyene J, Anand SS. Intake of saturated and trans unsaturated fatty acids and risk of all cause mortality, cardiovascular disease, and type 2 diabetes: systematic review and meta-analysis of observational studies. BMJ. 2015 Aug 11;351:h3978. 3. Gebauer SK, Chardigny JM, Jakobsen MU, Lamarche B, Lock AL, Proctor SD, Baer DJ. Effects of ruminant trans fatty acids on cardiovascular disease and cancer: a comprehensive review of epidemiological, clinical, and mechanistic studies. Adv Nutr. 2011 Jul;2(4):332-54. 4. Istituto Nazionale di Ricerca per l’Alimentazione e la Nutrizione. “Linee guida per una sana alimentazione italiana”. 5. Katan MB, Zock PL, Mensink RP. Trans fatty acids and their effects on lipoproteins in humans. NAnnu Rev Nutr. 1995;15:473-93.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

2022-08-29T17:55:50+02:00
Torna in cima